info@globalservice-ites.com
+34 663404566
ITES Global Service Co
Logo-Ites-Global
  • Chi siamo
  • La squadra
  • Servizi
    • Formazione
    • Affari generali
    • Ottenimento titolo di avvocato in ambito Europeo
    • School of Communication, PNL e Coaching
  • Articoli
  • Eventi
  • Contatti
Logo-Ites-Global
  • Chi siamo
  • La squadra
  • Servizi
    • Formazione
    • Affari generali
    • Ottenimento titolo di avvocato in ambito Europeo
    • School of Communication, PNL e Coaching
  • Articoli
  • Eventi
  • Contatti
  • Chi siamo
  • La squadra
  • Servizi
    • Formazione
    • Affari generali
    • Ottenimento titolo di avvocato in ambito Europeo
    • School of Communication, PNL e Coaching
  • Articoli
  • Eventi
  • Contatti
Logo-Ites
  • Chi siamo
  • La squadra
  • Servizi
    • Formazione
    • Affari generali
    • Ottenimento titolo di avvocato in ambito Europeo
    • School of Communication, PNL e Coaching
  • Articoli
  • Eventi
  • Contatti
School of communication
Home Archive by Category "School of communication"
School of communication

La comunicazione efficace nell’era digitale: come dominare l’innovazione e non farsi soggiogare dall’hashtag #.

IL WEB: VERO MOTORE DELLA COMUNICAZIONE EFFICACE. UNA GRANDISSIMA OPPORTUNITA’ CHE CI PERMETTE DI SVILUPPARE AL MEGLIO I CONTENUTI CHE VOGLIAMO INSERICI E FARE BUSINESS, ATTUANDO, NEL MIGLIORE DEI MODI, STRATEGIE DI COMUNICAZIONE ADEGUATE.

La Comunicazione è un processo in cui esistono schemi fondamentali per la fioritura delle aziende che intendono crescere.

Essa si divide in tre macro categorie:

  • Face to face: comunicazione tra due persone.
  • One-to-many: tipica delle riunioni da uno a molti.
  • Screen to face: forma di comunicazione a distanza tipica della web communication.

A seconda della propria “voce” ogni azienda, decide quale canale applicare.

Attualmente però non abbiamo molta possibilità di scegliere!

La comunicazione screen to face avviene attraverso un’interfaccia tecnologica (computer, smartphone etc.) sfruttando la rete Internet, ed è l’unica applicabile in questo contesto storico.

Ha praticamente aperto nuovi scenari e creato le basi per lo sviluppo di nuovi strumenti che, se sfruttati bene, sono in grado di potenziare l’azione di marketing per le imprese.

Ad oggi risulta essere l’unico canale comunicativo in grado di unire interattività e flessibilità nell’ambito della comunicazione commerciale, dando la possibilità di continuare a lavorare e a porsi degli obiettivi, seppure non eravamo pronti a questa modalità e ci ha colti ancora in “work in progress”.

Nella nuova era dei webinar, il consumatore diventa protagonista attivo e svolge un ruolo centrale.

Per questo, chi si occupa di comunicazione e marketing nelle aziende, deve essere in grado di gestirne ed interpretarne gli “umori”, le esigenze e le sensibilità.

L’obiettivo di marketing resta identico, cambia il metodo. I mezzi tradizionali con cui le grandi società invogliavano il pubblico attraverso l’invio di mail e messaggi non aveva già più riscontro, figuriamoci dopo un periodo epidemiologico che ci ha distanziati tutti. Il punto focale è passato dalle imprese ai consumatori, che preferiscono strategie di promozione più coinvolgenti ed apparentemente meno organizzate, inteso come struttura di “impacchettamento”.

L’affermarsi progressivo di queste tendenze non porterà alla scomparsa del marketing tradizionale ma dovrà essere integrato e intervallato con nuove strategie, orientate alla costruzione di relazioni con i clienti. Ogni funzione e processo aziendale, dovrà essere più vicino al consumatore, essere oggetto di una specifica definizione per aggiungere valore alle relazioni.

Il panorama attuale è quello che vede lo sviluppo di un’identità social dell’impresa, che diventa indispensabile per gli obiettivi a lungo termine. I social media si stanno ampliando esponenzialmente a tutti gli ambiti della comunicazione (pubbliche relazioni, pubblicità, marketing) diventando dei veri e propri strumenti per costruire la nuova realtà con una platea di persone che vengono ascoltate e con le quali si interagisce.

Il primo passo è creare un sito web, quale riferimento nella rete per il proprio seguito; il sito è diventato un asset fondamentale per dare visibilità all’azienda ed elemento imprescindibile per raggiungere i clienti.

La presenza dei social network ha permesso di compiere un secondo passaggio, consentendo alle aziende di portare la comunicazione ad un livello più dinamico, amplificando i contenuti e la portata del primo passo, ovvero del sito web. All’interno del social le persone dialogano tra loro che interagendo rilasciano un’elevata quantità di informazioni ed emozioni.

La vera difficoltà è quella di saper combinare i mezzi tradizionali e quelli digitali in modo da sviluppare un’efficace campagna di marketing.

La parola chiave è: integrazione. Integrazione di nuove strategie orientate a costruire relazioni con i clienti, strategie che sappiano racchiudere sapientemente le nuove e le vecchie caratteristiche, il cui segreto è la forte vocazione ed apertura al futuro, ovvero a quelle strategie che si realizzano giorno per giorno.

Sfruttare in modo efficace ed efficiente tali potenzialità a fini commerciali è sicuramente una sfida ambiziosa, e dal nostro punto di vista nulla è impossibile! Pertanto, gli studenti che desiderano acquistare un saggio trovano questa opportunità online e acquistano su https://essaynow.net/. L’importante è sempre avere chiarezza sugli obiettivi da raggiungere e sicuramente armarsi di pazienza e costanza per attendere i frutti nel medio/ lungo periodo.

“Cambia, ma inizia lentamente, perché la direzione è più importante della velocità.”

(Clarice Lispector)

25 Giugno 2020
School of communication

La ribalta della comunicazione reale

SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, ATTI LINGUISTICI ED IDENTITA’ COLLETTIVA

Quando lavoriamo nel campo delle competenze comunicative, dovremmo ampliare la visione dei plurimi comportamenti da esercitare nel contesto sociale.

Creare un confronto può agevolarci nella comprensione dei nostri limiti e delle nostre potenzialità; un momento di imbarazzo durante una riunione, una mano che trema mentre la porgiamo possono sottolineare un bisogno di maggiore sicurezza nella nostra fase evolutiva.

Le nuove tecnologie però stanno modificando anche le nostre abitudini celebrali e questo a discapito di una cura necessaria e indispensabile verso il prossimo.

La comunicazione on-line non accetta dettagli e modalità gentili, piuttosto richiede assenza di formalismi o perdite di tempo.

Il linguaggio diviene asciutto e rapido rendendo complicata la costruzione di una relazione di qualsiasi natura.

La velocità con cui avviene lo scambio può essere vantaggiosa per alcuni versi, pensiamo alla creatività con cui si inviano foto, video e audio. Per molti altri aspetti, però, è riduttiva e algida, non prevede interazione, cioè non siamo proprio interessati a cosa l’altro percepisce e sente.

L’unica preoccupazione sta nel bisogno impellente di trasmettere, poco importa cosa ne coglie colui che legge.

Tutto il resto viene scartato divenendo un accessorio noioso.

Vi sarà capitato di osservare, in un luogo pubblico, qualcuno che guarda il suo cellulare quasi ipnotizzato; la voragine con la quale sfoglia le immagini e la rapidità di risposta a un sms.

Come si può conversare su qualcosa se non si ha il tempo di riflettere su quanto ci viene detto?

Lo stato di emergenza COVID-19 ha portato all’esasperazione, in parte, questo aspetto già compromesso da tempo.

Le persone si sono sentite legittimate di inviare centinaia di messaggi e di fare chiamate ininterrottamente, di guardare ossessivamente i social e tutto il mondo ad esso collegato. Se la comunicazione virtuale è una nostra invenzione, consideriamo profondamente urgente prendere coscienza che la si può utilizzare con altre modalità.

Divenire consapevoli dell’importanza dell’informazione che inviamo ci dovrebbe rendere più attenti a certe sfumature.

Siamo esseri umani ed abbiamo il dovere di “trattarci” come tali, allontaniamoci dalla fretta, dalla superficialità come esercizio costante e assiduo. Riflettiamo sul fatto che la nostra email verrà letta da una persona “reale”, che quella stessa persona potrebbe fraintendere un nostro messaggio whatsapp, se particolarmente sensibile.

E sempre quella persona potrebbe non capire quello di cui abbiamo bisogno, chiunque esso sia: capo, cliente, dipendente, collaboratore, amic@, fidanzat@ o vicin@ di casa.

La comunicazione è lo strumento per eccellenza che ci permette di edificare relazioni sane e gentili.

Per uscire da questo gioco di equivoci e per tornare ad assumere il comando del nostro mondo interiore dobbiamo esercitare il nostro ascolto, che deve essere ancora più raffinato quando l’altro è solo una piccola immagine sul cellulare.

Tornare a riassociare il soggetto con l’oggetto, assumere un codice comportamentale virtuale si ma decisamente etico.

Fare attenzione ad ogni parola, riflettere attentamente sulla richiesta, se ci viene fatta, e non avere urgenza di rispondere subito…a meno che non si tratti di vita o di morte!

Una disfunzione relazionale è una disfunzione personale, non possiamo più nasconderci questa verità.

17 Aprile 2020
School of communication

Il nostro stile di vita parla di noi: vita sostenibile.

 

VITA ECO-FRIENDLY: SOLUZIONI GREEN PER SPIRITO, MENTE E CORPO, ESPRESSIONI COMUNICATIVE PRIMORDIALI “ECOLOGICHE

Lo stile di vita, le abitudini, gli atteggiamenti, la qualità dei pensieri sono tutti elementi che parlano di noi; prima delle parole che formuliamo ed addirittura prima ancora che possiamo pensarle, il nostro essere ed il nostro modo di essere (che sono due aspetti completamente distinti e differenti), comunicano direttamente con il nostro interlocutore, rivelando chi siamo e cosa vogliamo.

Alcuni elementi come quelli sopra elencati, ma anche lo stesso vestiario influenza direttamente noi stessi in primis, su come ci sentiamo, sul nostro stato d’animo e la percezione che gli altri hanno di noi.

E` un processo inconsapevole che avviene senza rendercene conto.

Le nostre abitudini definiscono (in parte) chi siamo, non dobbiamo dimenticare e/o sottovalutare che tutto ciò che ci riguarda diventa un mezzo importante per entrare in contatto con ciò che ci circonda: l’ambiente e le persone.

La comunicazione non verbale è un aspetto del comportamento umano che da sempre ha attirato l’attenzione e l’interesse di molti in diversi campi: scientifico, sociale, artistico, letterario, mediatico, commerciale, ecc. Il fatto che si possa comunicare anche senza parlare, affascina da sempre la nostra fantasia e curiosità. Non ci dimentichiamo che buona parte degli esseri viventi – soprattutto i vertebrati – utilizzano solo ed esclusivamente questo tipo di comunicazione. Peraltro, a livello evolutivo, lo stesso essere umano ha utilizzato solo segnali non verbali per comunicare con i suoi simili. Non solo, a livello di progresso, ciascuno di noi ha utilizzato per comunicare solo segnali corporei, sin dai primi mesi di vita, prima dell’apprendimento della lingua madre.

Oggi vogliamo parlare di sostenibilitá, quale espressione di un modo di essere e quindi come potente ed efficace strumento comunicativo, a beneficio di noi stessi, di chi ci circonda e dell’eco-sistema in generale.

Che cosa si intende per sostenibilità?

La sostenibilità è un concetto che va perseguito nel tempo, in maniera costante.

La situazione attuale, determinata da questo immobilismo momentaneo, porta la nostra riflessione su ciò che potrebbe essere veramente utile alla nostra società e soprattutto a noi stessi, per migliorare il nostro stile di vita.

Consideriamo questo aspetto come una forma di alta comunicazione, sebbene possa sembrare lontano dai soliti argomenti sviluppati in materia.

Lo sviluppo sostenibile soddisfa i bisogni del presente senza far pagare alcuno scotto alle generazioni successive, significa veicolare la crescita economica verso un modello circolare. Un sistema economico che non produce scarti e rifiuti, ma che invece riutilizza al meglio le risorse presenti, senza attingere ad altre nuove papabili.

Nello stile sostenibile viene incluso il rispetto dell’essere umano e la protezione dell’ambiente, quindi rispettivamente sono coinvolti l’aspetto sociale e quello ambientale. Alla luce di questa descrizione, cosa può fare ognuno di noi per accrescere questa nuova mentalità?

Il primo passo è l’adozione di uno stile di vita più CONSAPEVOLE, che riguarda certo il nostro benessere, ma anche e soprattutto quello dei nostri simili, della nostra Terra, di tutto ciò che ci circonda.

Vivere sostenibile è un impegno, vuol dire fare attenzione ad ogni piccolo gesto svolto durante la quotidianità, significa AMORE.

Un amore che non solo pervade la nostra natura per l’accettazione di ciò che siamo, ma che si espande a tutti coloro che popolano il pianeta.

La sostenibilità preclude una grande responsabilità, ogni persona può incidere notevolmente sul fare la differenza, in tal senso.

Per fare un esempio pratico, sarebbe doveroso da parte nostra, fare una spesa intelligente. Sono le piccole scelte di ogni giorno che cambiano tutto il contesto, infatti se noi comprassimo solo frutta e verdura di stagione, risparmieremmo molto e i nutrienti sarebbero più puri. I prodotti fuori stagione sono coltivati nelle serre, questo triplica i costi per il mantenimento e spesso provengono dall’estero.

Praticamente l’opposto dei cibi a km.0, che invece garantirebbero meno inquinamento, più freschezza e soprattutto andrebbero a sostenere produttori e agricoltori locali. In questi giorni di quarantena, quanti di noi si sono organizzati con le consegne a domicilio da parte di queste case agricole che, durante tutto l’anno, portano ortaggi e frutti di stagione, il sabato mattina?

Si scelgono i prodotti seguendo una lista fornita ed ecco risolto il problema del melone a marzo: non esiste!

Un altro esempio inerente è quello concerne detersivi e cosmetici come shampoo, sapone, creme; sappiamo con che tipo di sostanza stiamo inquinando la nostra acqua? Anche in questo caso, potremmo scegliere detersivi vegetali sfusi per risparmiare e per avere notevoli scorte che ad oggi avrebbero avuto una duplice utilità. Oppure useremmo creme che la nostra pelle ringrazia di assorbire, dove non c’è Nichel o sostanze dannose per i nostri delicati pori.

L’altra nota dolente è lo spreco alimentare, che raggiunge vette da capogiro; con questo intendiamo tutto ciò che dal nostro frigorifero finisce dritto nel secchio della spazzatura. Esistono molti modi per riciclare gli avanzi del cibo, in questo preciso momento potremmo nutrire persone che non ne hanno, per esempio, ognuno di noi sa dove sono queste persone nel proprio quartiere. Prepariamo un bel piatto di pasta da condividere, informiamoci, perché mentre noi guardiamo atterriti i telegiornali, altre persone si sono organizzate con le farmacie e le parrocchie.

Non da ultima ci viene in mente la raccolta differenziata, fatta con coscienza diventa un regalo per la comunità, o forse neanche ora abbiamo tempo per lavare i piatti? Senza considerare che il 70% della popolazione possiede una lavastoviglie, il piatto di carta rimane un prodotto un po’ attempato.

Cerchiamo di acquistare elettrodomestici a basso consumo, lasciamo le auto più spesso visto il piacere di questo ultimo mese, non ha avuto prezzo. Certo perché geograficamente deve attraversare la città diventa complicato, ma chi lavora in centro ha decine di mezzi e chi lavora a 3 km da casa ha delle gambe sicuramente attive e grate se semplicemente camminiamo.

Sembra un discorso idealistico ma molti paesi dell’Europa del Nord vivono già cosi, secondo un modello sostenibile. E seppure non siamo avvantaggiati per moltissimi motivi tecnici/politici/economici, il Paese siamo sempre NOI.

Le scelte riguardano tutti e quindi se nasce un problema non è degli altri, ma anche e soprattutto nostro. Non possiamo sintetizzare la straordinarietà di questo concetto ma possiamo cominciare a diffonderlo, a documentarci e poi lentamente ad adottarlo. L’emergenza delle ultime settimane potrebbe portarci ad avere più tempo con noi stessi, tempo prezioso da utilizzare per pensieri e parole sostenibili.

Sostenibilità come filosofia di vita, come quell’atteggiamento comportamentale che parla di noi, ci racconta a chi ci ascolta…ma soprattutto a chi ci osserva!

10 Aprile 2020
School of communication

Quando la realtà diventa un incubo

 

REALTA’ ED INCUBO: MEDESIMO RACCONTO DEL NOSTRO ESSERE, ESPRESSIONE E LINGUAGGIO DEL CORPO E LA PSICHE.

Nella vasta gamma delle emozioni che fanno parte degli esseri umani c’è in prima posizione la paura, il sentimento che per eccellenza ci mette in guardia dai pericoli e ci spinge ad adottare delle precauzioni per la sopravvivenza. Quando ci sentiamo in pericolo azioniamo un ormone che si chiama “adrenalina” e che ci spinge a cambiamenti fisici e mentali per preparaci all’azione.

Se solo pensassimo ai nostri avi un momento, ci verrebbe in mente di quanto la paura fosse loro utile per fuggire da animali selvatici o per difendersi da altri esseri ostili.

Oggigiorno i pericoli son ben altri, fino a qualche settimana fa la paura era rivolta alla perdita del lavoro piuttosto che ad un cambiamento di vita, ora è nei confronti di un virus che non si può vedere ma che ci tiene costretti in casa per la sua rapida contagiosità.

Tuttavia il pensiero e le reazioni comportamentali rimangono le stesse dei nostri antenati, quella paura ci aiuta a stare in guardia, ma in questo contesto rischia di divenire un problema serio.

Se vissuta in maniera esagerata o fuori controllo, la paura può abbassare notevolmente la nostra lucidità e soprattutto il nostro sistema immunitario.

L’ostilità nei confronti del prossimo, l’esasperazione della fila al supermercato, l’aggressività espressa sui social nei confronti di terze persone, non allevierà il senso di impotenza che ci sta immobilizzando per cause maggiori. La paura è dunque naturale all’interno del nostro sistema umano, ma non quando diviene cronica o eccessiva.

Come possiamo accorgerci che stiamo andando oltre il limite sano di questa emozione?

Le sensazioni corporee, in questo caso, sono più fastidiose: tensioni muscolari, mal di testa, respiro affannoso e a volte debolezza e disturbi gastrointestinali che arrivano fino alla nausea.

A livello psicologico possiamo avere la capacità di aumentare le nostre qualità di problem-solver, ossia concentrarci sui vari aspetti del problema e affrontarli. Spesso però ci assalgono tensione e irritabilità e dalla possibilità di intervenire lucidamente passiamo a “catastrofizzare” ogni evento, come se non esistesse più nulla oltre quello.

Rischiamo cosi di focalizzarci esclusivamente su ciò che temiamo: ho un dolore al petto, questa sensazione è insopportabile; mi gira la testa; forse ho la febbre e cosi via. Ed è in questo modo che teniamo costantemente alto lo stress, aumentando disagio e preoccupazioni, ma soprattutto smettendo di vivere.

Se persiste questo comportamento interno saremo preda dell’ansia e quindi chi fuma aumenterà la quantità di sigarette, chi mangia in maniera disordinata peggiorerà la qualità del cibo, ecc..

Tutto ciò aumenterà una stanchezza cronica e attiverà un circolo vizioso.

Cosa possiamo fare per diminuire questo stato di paura?

La prima cosa che merita attenzione è l’analisi della situazione che stiamo vivendo e di conseguenza i pensieri automatici che si attivano e che ci portano a provare certe emozioni.

A questo punto mettiamo in discussione tutto ciò che pensiamo in automatico e poniamoci semplici domande:

  • Cosa temo?
  • Cosa mi genera paura esattamente?
  • Quale pericolo corriamo?

Sarebbe utile scrivere le risposte in modo da avere la possibilità di rileggere ciò che abbiamo affermato. Il passo successivo è: ACCETTAZIONE, abbiamo bisogno di accettare ciò che sta accadendo. Si tratta di qualcosa che si spinge oltre le nostre possibilità di azione, ciò che possiamo fare attivamente è rimanere lucidi, presenti, è occuparci di ciò che abbiamo trascurato fuori e dentro di noi, è chiamare qualcuno per dargli ascolto: perché è solo, più fragile, più anziano o più spaventato e non ce ne rendiamo conto.

Non vogliamo dire di nascondere quello che sta succedendo, ma di accoglierlo per ciò che è, e fare del nostro meglio per contribuire al benessere di ogni singola vita.

Restare a casa!

27 Marzo 2020
typoportrait_new1
School of communication

Il potere della Parola

LA FORZA COMUNICATIVA DELLE PAROLE.

LA PAROLA PUO’: FERIRE, AMARE, MENTIRE, LUSINGARE, ESSERE VUOTA, MOTIVARE, SPRONARE, ABBATTERE, EMOZIONARE, SOSTENERE…

 

Quello che conta nella vita non sono le circostanze o gli episodi che ci accadono, ma le emozioni che trasmettiamo attraverso le parole.

 

La parola è dunque uno strumento e le emozioni “l’umanità” di ogni persona.

 

L’uomo attira a sé ciò che dice e ciò che pensa ma il più delle volte non ne è consapevole, non sa quindi che le parole sono come un esplosivo da maneggiare con cura e saggezza. Questo vuol dire che, imparando a sfruttarne la forza evocatrice, possiamo raggiungere qualsiasi obiettivo partendo proprio da loro, dalle parole.

 

Al contrario esse possono pesare come macigni e lasciare tracce indelebili se usate per avere ragione o spuntarla nelle situazioni che ci si presentano nei rapporti interpersonali. In una conversazione, la parola ha il potere di condizionare i sentimenti dell’interlocutore in maniera sana o insana, creando empatia o dolore e rancore. Per amplificare la nostra capacità discorsiva, dovremmo abituarci a termini con valore positivocome: opportunità, crescita, soluzione e cosi via.

 

Il pronome “noi” e l’aggettivo nostro evocano un senso di appartenenza mentre l’uso del presente trasmette un senso di realtà.

 

Sembrerà strano ma prima di pronunciare una parola bisognerebbe accoglierla, significa dunque porsi anzitutto come buon ascoltatore per creare un’atmosfera di empatia e accettazione. Le ipotesi e le supposizioni sono nemici di un dialogo autentico e aperto! Dietro ad ogni parola c’è quindi ben oltre che la semplice successione di suoni e segni che la compongono. Ognuna di esse, per essere significante, deve essere inserita in un contesto di cui si hanno ben chiari i confini.

 

Chi è forte di una ricca terminologia riesce ad esercitare maggiore potere, ad avere maggiori possibilità di successo, più efficaci possibilità di difesa.

 

La parola si presta a diventare strumento di persuasione ma anche di subordinazione nel veicolare azioni e idee e proprio per questo può rendere gli esseri umani profondamente diseguali.

Dato che, attraverso le parole spieghiamo noi stessi e il mondo (che impariamo a gestire per i nostri scopi) ancor più la parola deve contenere la presenza di una dimensione etica in chi la utilizza. Questo ultimo è il requisito indispensabile per un utilizzo in senso comunitario, quello più coerente al concetto stesso di comunicazione.

 

 

12 Marzo 2020
School of communication

I principali settori della comunicazione

Parlare di comunicazione equivale a pensare a miriadi di profili professionali.
Tutti coloro che lavorano alla divulgazione di contenuti per svariate finalità, utilizzando ogni canale (visivo, scritto e sonoro) sono da includere in questa categoria.

16 Novembre 2019
School of communication

Sport coaching e training

Essere un bravo trainer non corrisponde ad essere un bravo coach; la netta distinzione tra i due ruoli passa anche attraverso una necessaria chiarezza semantica.

2 Ottobre 2019
Categorie
  • Dating 2
  • Eventi 1
  • Formazione 2
  • School of communication 7
  • Titolo di avvocato 3
Archivi
  • Febbraio 2023
  • Giugno 2020
  • Aprile 2020
  • Marzo 2020
  • Gennaio 2020
  • Novembre 2019
  • Ottobre 2019
Articoli recenti
  • Online Dating Safety and How to Recognize Red Flags
  • Online Dating Safety and How to Recognize Red Flags
  • La comunicazione efficace nell’era digitale: come dominare l’innovazione e non farsi soggiogare dall’hashtag #.
  • Cooperazione forense: Italia-Spagna
  • La libera circolazione delle professioni regolamentate.
Tag
Abogado accettazione automatismi Avocat avvocato Avvocato cittadino di uno Stato membro dell'Unione europea Avvocato Stabilito cambiamento cliente coaching codice comportamentale virtuale comunicazione comunicazione non verbale comunicazione reale comunicazione virtuale confronto Consiglio Nazionale Forense D.lgs 96/2001 Direttiva 98/5/CE Direttiva 2013/55/UE disfunzione relazionale emozioni empatia Esercizio permanente professione di Avvocato formazione qualificata informazione Legge n. 242/2012 limiti Marco Romagnoli marketing obiettivo omologazione Parere CNF parola paura pensieri potenzialità rispetto Sezione Speciale Albo Avvocati sociologia della comunicazione sostenibilità sport strategia training Uso del titolo d’origine
ITES-logo-white
Riconoscimento delle professioni regolamentate in favore della mobilità europea.
Servizi
Formazione
Affari generali
Titolo di Avvocato Europeo
School of communication
Privacy Policy
Contatti
Sede legale: C/ De lo Principe 5- 1C, 28012 Madrid
Email: info@globalservice-ites.com
Tel: +34 663404566 
Fax: +34 91 31 81 328 

Copyright © 2019 ITES

Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok